Si tratta del racconto di un percorso spirituale nel contesto di un’esperienza esistenziale estrema e finale, nel corso della quale si verifica la ripresa di contatto da parte del protagoista con una vecchia casa di famiglia da tempo derelitta ed abbandonata.
L’intera vicenda si svolge in San Giovanni, una cittadina limitrofa a Napoli e da tempo ingoiata nella sua degradata periferia industriale. È quindi una storia dedicata al valore degli emarginati e degli ultimi, che si tratti di uomini o anche di cose.
Ciò che viene descritto è comunque un vero percorso di resurrezione, che si compie sullo sfondo di un misterioso processo che a sua volta, decorrendo sotto gli eventi, punta al raggiungimento di una condizione di stasi e quiete ponentesi interamente al di fuori dei valori così ossessivamente perseguiti dalla moderna società.
Il tessuto narrativo si interseca comunque con una riflessione filosofica incentrata sulle tesi esposte dal filosofo goriziano Carlo Michelstaedter nel libro dal titolo “Persuasione e rettorica”, che egli scrisse come tesi di laurea poco prima di suicidarsi.
Come ulteriori presenze filosofiche e letterarie fanno capolino nel tessuto narrativo anche l’Apologia di Socrate di Platone, I pensieri di Confucio, e l’Oblomov di Gončarov.
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