A questo scopo abbiamo svolto una disamina di alcuni punti specifici del pensiero platonico (specie quello di Platone in persona), eleggendoli a criteri per la possibile differenziazione tra le due dottrine. I criteri da noi scelti sono stati sostanzialmente due: – 1) la presa d’atto dell’oggettiva negatività dell’immanenza (mondana, corporea e materiale) sulla base del valore e ruolo di norma che viene attribuito all’Idea rispetto all’Essere; 2) il concetto di «ignoranza» quale oblio di quello che è da considerare il vero essere, e cioè l’essere ideale (laddove questa difettiva conoscenza, si traduce poi, nel corso del pensiero platonico, in una vera e propria «colpa», che esige un’attiva catarsi). Specialmente in relazione a questo secondo gruppo di aspetti abbiamo constatato la fondamentalità che ebbe l’influsso orfico-pitagorico sul pensiero di Platone. E quest’ultimo elemento ci è sembrato poter costituire anche un effettivo e diretto anello di congiunzione tra Platone ed il pensiero cristiano, con il conseguente deciso sorpasso della presa di posizione gnostica.
Nel complesso, pur dovendo comunque constatare gli oggettivi momenti di contatto esistenti tra il platonismo e la Gnosi, la nostra indagine ha posto effettivamente in evidenza la sostanziale ed oggettiva divergenza tra le due dottrine. Tale divergenza può essere sintetizzata come segue: –
A) Elementi caratterizzanti il platonismo: – 1) l’evidenza di una chiara e netta presa di posizione etica verso l’immanenza mondana (nel senso della condanna), ma con i caratteri di una moderata relatività del giudizio; 2) la fondazione di tale (solo relativa) presa di posizione etica in un elemento positivo, e cioè nella valenza onto-normativa dell’Idea (con il configurarsi di un paradigmatico livello onto-ideale oggettivo e trascendente); 3) l’oggettivismo ultra-personale e universale del paradigma di essere così identificato (per via positiva); 4) la presa d’atto dell’«essere» come elemento fondamentale e vincolante di qualunque presa di posizione etica.
B) Elementi caratterizzanti la Gnosi: – 1) l’evidenza di un altrettanto chiara e netta presa di posizione etica verso l’immanenza mondana (nel senso della condanna), ma con in caratteri di una radicale assolutezza del giudizio; 2) la fondazione di tale assoluta presa di posizione etica in elemento negativo, e cioè nella supposta negazione della perfetta identità Dio-uomo da parte dell’onto-metafisica creazionista (il cui protagonista vero sarebbe proprio il maligno Demiurgo, ossia il Dio creatore testamentario); 3) il soggettivismo personalistico e privato del paradigma di essere così identificato (per via negativa); 4) il reciso rifiuto della presa d’atto dell’«essere» come elemento fondamentale e vincolante di qualunque presa di posizione etica.
Su questa base ci è sembrato che il platonismo (sostanzialmente a causa del suo moderatismo pragmatico, alieno da eccessi retorico-ideologici e da possibili deviazioni etiche) si presti molto meglio della Gnosi a configurare un’appropriata prassi etico-metafisica e religiosa. In particolare ci è sembrato che il primo sia molto più capace di accettare i limiti imposti da una del tutto realistica prospettiva escatologica (attesa paziente, entro la Storia, della «fine dei tempi»), sottraendosi così alla vera e proprio scorciatoia offerta dalla pura prospettiva apocalittica (ascesa diretta dell’uomo a Dio, con il totale rifiuto della Storia). Oltre che irrealistica (e forse addirittura farneticante) quest’ultima appare infatti essere densa di tutti i rischi connessi con un’ascesa, che la più recente storia delle idee (sostenute da moderni pensatori come Evola e Cioran) ha dimostrato poter essere sostanzialmente titanico-demonica e nei fatti quindi solo deicida.
Sulla base di tutto ciò ci è sembrato che l’eredità di un siffatto platonismo pre-cristiano (tenuto rigorosamente distinto dalla Gnosi) sia stata molto adeguatamente raccolta dal platonismo e dal neoplatonismo cristiano. Questo va affermato a causa delle motivazioni etiche or ora esposte, ma soprattutto a causa della dovuta oggettiva differenziazione dottrinaria. Queste precisazioni non tolgono comunque alcun valore alla Gnosi correttamente intesa dal punto di vista etico. Ma non intendono nemmeno negare i meriti oggettivi che essa ha avuto ed ha (da un punto di vista puramente dottrinario) nel chiarimento di aspetti della conoscenza di Dio (e della relazione tra uomo e Dio) che effettivamente, entro la metafisica dogmatica cristiana, hanno trovato un deplorevole occultamento (con l’inevitabile ingenerarsi di una dottrina lacunosa e spesso poco autentica).