Vincenzo Nuzzo: “La mia Edith”
(Loffredo Editore – i Semi di Partenope – € 14,50)
Esistono molte Edith Stein : la filosofa fenomenologica o neo-tomista, l’ebrea di Auschwitz o quella convertita al Cristianesimo, ed infine la monaca e santa cristiana. Molto meno conosciuta, se non del tutto sconosciuta, è una Edith Stein in veste di rappresentante, tedesca, ebraica e cristiana, di una fede nel più puro Trascendente come fonte di generoso, intransigente e purissimo eroismo.
Questa è la Edith che appartiene al cuore, alla mente ed alla penna di chi ha scritto questo libro. È la sua Edith.
La narrazione della straordinaria vita di questa donna viene condotta attraverso il filtro di una fiction romanzesca, basata su un personaggio inventato dall’autore (Bruno Clemens), i cui discendenti conserveranno poi gelosamente la memoria di Edith fino ai giorni nostri.
La tesi filosofico-metafisica di fondo del libro è quella che nella martire tedesco-ebrea-cristiana si realizza la grande e prodigiosa sintesi di tre grandi culture, quella del Sacro Romano Impero germanico, quella ebraica e quella cristiana e ciò avviene riproponendo, nel pieno della crisi moderna, i valori metafisici della purezza e dell’eroismo sacrificale. Ma proprio nell’emblematica figura di una donna che riuscì ad essere tutto, alla fine anche madre virtuale di molti figli, questi valori confluiscono nei valori, molto meno rudi sul piano metafisico-politico, dell’Amore e dell’Unità
Ciò che indirettamente si sostiene nel libro è quanto nel saggio sul conservatorismo (che l’Autore sta elaborando) è espresso in modo esplicito, e cioè che una possibile via di uscita alla crisi della modernità è costituita dalla visione utopica di un nuovo ordine teocratico, entro il quale la politica sia finalmente riformata nel senso della più rigorosa etica, a sua volta fondata sui più puri ed alti principi metafisici.
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