Pubblichiamo qui una recensione-commento del famosissimo libro di Kafka, che però costituisce solo un passo del libro da noi appena ultimato il cui titolo è “Il Dio-Uno – Tutto-Bene ed il Dio-Vita, ovvero il disvalore della Vita e del vitalismo. Il vitalismo cristiano sullo sfondo del moderno vitalismo filosofico-scientifico”.
Il libro è dedicato ad una critica del moderno vitalismo religioso nella svalutazione, da esso operata, del metafisico-tradizionale concetto di Dio-Uno-Tutto, ovvero il Dio integralmente trascendente.
Avvertiamo in partenza il lettore che la presente recensione-commento è estremamente critica contro l’assunto chiaramente anti-paterno di un libro che non a caso è stato considerato come un vero e proprio paradigma para-psicanalitico di tutta la corrente di pensiero anti-autoritaria che è andata progressivamente svuotando il valore ed il senso della paternità, fino al suo ultimo completo annientamento.
Per motivi di protezione del copyright avvertiamo il lettore che verrà qui pubblicata solo una piccola parte di questo passo. L’autore resta a disposizione di chi fosse interessato alla lettura integrale, attraverso la fornitura di una copia cartacea di esso.
Testo :
Kafka, con il suo libro “Lettera al padre”, è un esempio abbastanza emblematico nel contesto del nostro tema.
Ciò anche se egli non parla mai di Dio ma solo dell’uomo. E qui segnatamente dell’uomo-padre e dell’uomo-figlio.
Tema che, come poi vedremo con Gabriel Marcel, meno teologico, anzi metafisico, non potrebbe proprio essere.
Emblematico, il caso di Kafka lo è nel senso dell’eccesso retorico, del tutto ideologico, di proiezione sul Pater delle infamie che a tutti i costi a quel tempo si erano volute scoprire nel profondo dell’uomo. E il tipo antropologico del Padre era proprio quello che si voleva distruggere una volta per tutte per sostituirlo con un altro genere di uomo.
Siamo insomma proprio nel pieno della rottura modernista con la Tradizione, e soprattutto nel suo aspetto più politico, visto che il Padre era sempre stato il cemento verticale ed orizzontale delle comunità statiche tradizionali.
Nello scrittore praghese tutto ciò si fa introspezione onirica e consumatamente letteraria. In altri, come nel viennese Freud, ciò si faceva intanto introspezione scientificamente analitica. In altri ancora, come nel russo Lenin, ciò si traduceva in fatti concreti, cioè nell’assassinio collettivo del Grande Padre.
Comunque in tutti i casi si trattò di spirito di rivolta. (altro…)